Cos'è
“La passione per i monumenti livornesi: il culto per l’antico secondo Pietro Vigo e Alberto Calza Bini": è questo il titolo della conferenza che avrà luogo sabato 10 gennaio, ore 17.00, all'Auditorium della Pinacoteca Servolini, inaugurando, così, un nuovo anno di cultura alla scoperta della genesi di un liberty segreto emerso grazie alle approfondite indagini scientifiche messe a punto nel corso dell’inedita mostra dedicata a Calza Bini.
La conferenza sarà curata da Massimo Sanacore, Governatore dell’Associazione storico-culturale Congregazione Olandese Alemanna, già direttore degli Archivi di Stato di Livorno, Pisa e Massa, focalizzerà il ruolo di Alberto Calza Bini nella Livorno primonovecentesca, ovvero nell'anno in cui la città festeggia il 300° della promozione granducale da Terra Murata a Città, riscoprendo e approfondendo la sua storia. Appena insediatosi in città, l'artista incontra e stringe amicizia in particolare con Pietro Vigo, professore di storia e direttore dell'Archivio Storico Cittadino, da lui fondato e aperto nel 1899. Vigo, di formazione positivista, dopo aver individuato nella raccolta e conservazione dei documenti l'evoluzione storica della comunità, progetta di raccogliere e conservare anche gli oggetti materiali prodotti dalla storia di questa comunità e troverà quindi nel sopraggiunto collega del Regio Istituto Tecnico, Alberto Calza Bini, estraneo alle inerzie e resistenze culturali in città, un entusiasta partner, tale da cimentarsi perfino nella proposta di un Museo cittadino, di cui realizza un "trailer" all'Esposizione di Roma del 1911. Il professore romano procede d'ora in avanti anche alla ricognizione dei beni storici sul territorio, organizzando periodici sopralluoghi presso la Fortezza Vecchia e riscoprendo il trecentesco Eremo della Sambuca con i suoi affreschi. L'incalcolabile merito di Calza Bini a Livorno consiste nel coltivare rapporti con istituzioni politiche, eruditi cittadini e artisti locali e nazionali, lasciando idee importanti al momento della sua partenza da Livorno nel 1913, destinate tuttavia a disperdersi con l'entrata in guerra, quindi con la morte di Vigo nel 1918 e soprattutto in vista del sopraggiungere delle diverse problematiche sociali postbelliche.