Cos’è il Piano Operativo
La Legge Regionale 65/2014 ‘Norme per il governo del territorio’ per la pianificazione comunale prevede due strumenti distinti: il Piano Strutturale e il Piano Operativo, che sostituisce il Regolamento Urbanistico della precedente legge regionale.
Il Piano Operativo (PO) è lo strumento urbanistico che, partendo dalle ‘linee guida’ formulate dall’Amministrazione nell’Atto di indirizzo, trasforma in “progetto” le scelte già disegnate dal Piano Strutturale, definendo nei dettagli come e quanto si può intervenire nella trasformazione, valorizzazione e tutela del territorio comunale.
Regola le trasformazioni della città: edifici, infrastrutture, aree verdi, opere pubbliche, mobilità, parcheggi, servizi, ecc. Stabilisce dove, come e quanto si può intervenire in queste trasformazioni e contiene quindi prescrizioni vincolanti che gli operatori devono rispettare quando intendono apportare modifiche all’interno delle aree e sugli immobili di proprietà.
Il Piano Operativo stabilisce gli interventi per le diverse zone del territorio del comune: quelli di trasformazione, quelli di manutenzione e ristrutturazione, quelli di conservazione, stabilisce anche dove si può costruire o trasformare, in che quantità e con quale destinazione d’uso. Non finanzia interventi, non è una raccolta di progetti di architettura, né un programma di opere pubbliche o di interventi di manutenzione urbana. Non definisce gli aspetti architettonici degli edifici e non disegna nei dettagli la sistemazione di parchi, piazze, strade, attrezzature sportive, scuole o altri servizi.
Il Piano Operativo serve ad assicurare uno sviluppo sano e sostenibile, stabilendo le porzioni di territorio, sia urbanizzato che rurale, in cui è possibile intervenire con operazioni di trasformazione o di tutela, recupero e valorizzazione. Inoltre identifica le opere e i servizi di pubblico interesse da sottoporre a esproprio per destinarli alla collettività e stabilisce le dotazioni ecologiche e i servizi ambientali da realizzare.
Il PO è composto di due parti che hanno contenuti diversi e soprattutto un’efficacia temporale nettamente distinta:
- Disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti: vale a tempo indeterminato,
- Disciplina delle trasformazioni: ha una scadenza quinquennale e pertanto necessita di conseguenti successive rielaborazioni che hanno l’obiettivo di verificare quali previsioni sono state realizzate e di dare risposta ai bisogni che la città esprime nel tempo.
Parallelamente alla redazione del PO, per verificarne l’impatto ambientale, si sviluppa il processo di VAS (Valutazione ambientale strategica) che produce il Rapporto ambientale, un documento in cui si descrivono le ragionevoli alternative alle scelte prefigurate e le eventuali opere di mitigazione degli impatti.
Fasi dell’elaborazione del Piano
L’elaborazione del POC è un processo lungo e articolato che prevede il coinvolgimento di diversi enti e istituzioni e che segue dei passaggi obbligati previsti dalla Legge Regionale.
- Avvio del procedimento
- Percorso di partecipazione
- Adozione: una volta ultimato, il Piano viene trasmesso al Consiglio comunale che provvede alla sua adozione
- Osservazioni: il Piano una volta adottato viene pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana (BURT) e sul sito del Comune. Entro e non oltre 60 giorni da tale data, chiunque può prenderne visione e presentare le osservazioni che ritenga opportune (art. 19 c.2 LR 65/2014)
- Controdeduzioni: il gruppo di lavoro svolge l’istruttoria delle osservazioni ricevute e predispone eventuali revisioni ai documenti del Piano che, così aggiornati, sono presentati al Consiglio Comunale per la discussione delle controdeduzioni alle osservazioni pervenute
- Approvazione: dopo l'esito della Conferenza Paesaggistica per la conformazione al PIT del Piano, gli elaborati modificati sono presentati al Consiglio Comunale per la definitiva approvazione
Riferimenti normativi: